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Lunedì 25 Marzo 2024, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 17:57 | 3 Minuti di Lettura

L'olio di Petritoli in tutto il mondo: Frantoio Agostini al top della qualità

Versare un goccio d'olio su una fetta di pane, su un piatto di pasta, su un’insalata: un gesto semplice, che appartiene da sempre alla nostra quotidianità e ci lega a quelle che sono le origine agrarie della nostra tradizione. Una tradizione che a Petritoli, nel Fermano, vive e si rinnova nel lavoro quotidiano del Frantoio Agostini, azienda storica, avviata nel 1925 da Gaetano Agostini, nonno dell’attuale titolare Gaetano Ugo Agostini. Si trattava, all’epoca, di un frantoio stagionale, oggi, invece, l’azienda imbottiglia e vende direttamente gran parte della propria produzione, giungendo ai vertici mondiali dell’olivicoltura, grazie ai numerosi premi vinti ed alla reputazione internazionale guadagnata. Una realtà che conta 11 dipendenti ed è totalmente green, grazie al riutilizzo di tutti i prodotti di scarto. Der Feinschmecker, rivista dedicata alle produzione agroalimentari mondiali, ha inserito il Frantoio Agostini tra i primi 100 al mondo, riconoscimento del duro lavoro e dell’alta qualità raggiunta dall’azienda, la cui capacità produttiva attuale si aggira attorno alle 200mila bottiglie d’olio annue, cui si aggiungono patè di oliva ed olii aromatizzati. Circa 100 ettari di uliveto gestiti, con quasi 50mila piante, sparse un su buona parte del territorio regionale. Le cultivar principali sono rappresentate da leccino, frantoio, ascolana tenera, piantone di Mogliano e sargano di Fermo. Dieci etichette e 3 categorie: dall’olio dedicato alla Grande distribuzione organizzata, a quello per la ristorazione, fino a quello per i consumatori più esigenti. Sei tipi di olio diverso: uno delicato, uno fruttato, uno biologico, uno Igp, uno classico ed uno monovarietale. Tra i tanti premi vinti negli anni, proprio all’inizio del mese ne è arrivato uno dedicato al packaging che, di fatto, ha reso l’Ascolana tenera Agostini l’olio più bello d’Italia. Un olio molto profumato, dalle rese bassissime - appena 5/6 litri per 100 kg di olive - ricavato da quella che è di fatto un’oliva da mensa, in grado di regalare un olio unico nel suo genere. Gaetano, per tutti Ugo, è al timone dell’azienda al 1988 ed è oggi anche il Presidente del Consorzio di Tutela e valorizzazione Igp Marche. «Con i nostri oli siamo presenti in tutta Italia, mentre il 30% della nostra produzione è destinata all’export - ci spiega il titolare, nonché Mastro Oleario - Oltre che in Europa, siamo presenti anche in Giappone, Corea del Sud e Canada, il che ci rende ambasciatori della nostra regione nel mondo». Una regione, la nostra, che vanta ben 22 varietà autoctone e che oggi produce solo circa l’1% della produzione nazionale: molto meno rispetto al passato. «È necessario studiare e capire il perché, per valorizzare il nostro territorio e un prodotto che è fortemente legato alle nostre tradizioni ed al bacino del Mediterraneo. I risultati quali-quantitativi della coltivazione dell’olivo in altre zone del mondo, sono stati molto scadenti». Tanto da fare, dunque, ed opportunità da sfruttare, secondo il Presidente, che aggiunge: «Solo il 3% dell’uso dei grassi, a livello mondiale, è legato all’olio d’oliva, ma con la crescente attenzione alla salute degli ultimi anni, questo consumo è destinato a crescere». Un olio certificato Igp Marche assicura al consumatore la garanzia di un prodotto ottenuto da olive marchigiane, trasformato e imbottigliato nella nostra regione: «così si ha la certezza della filiera e si aiutano concretamente i nostri produttori».

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