Putin minaccia la Nato, dai Paesi baltici alla Polonia e il caso Transnistria: tutte le aree a rischio escalation

Dalle Nazioni uscite dall'Urss alla Transnistria che reclama l'annessione alla Grande Madre: gli scenari che possono spingere Putin ad attaccare

Putin minaccia la Nato, dai Paesi baltici alla Polonia e il caso Transnistria: tutte le aree a rischio escalation
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Giovedì 28 Marzo 2024, 22:24

La Polonia che rafforza il presidio militare lungo il confine. I Paesi dell'area scandinava che istituiscono la flotta aerea del Nord. E gli Stati baltici che si alleano per «strutture di difesa comuni».

Che la Russia facesse in qualche modo paura - nonostante il pantano militare in cui da sola si è ricacciata in Ucraina da ormai più di due anni - era chiaro da tempo. Il problema è che adesso a tenere in ansia l'area Nato non sono più soltanto i confini con la Grande Madre, ma anche la vicinanza con i fedelissimi di Putin, come la Bielorussia di Lukashenko. Senza contare quelle aree come la Transnistria che mira allo scisma dalla Moldavia per diventare territorio russo e che, dietro la spinta del Cremlino, rappresenta comunque un fronte incandescente.

Ovviamente il Baltico è la zona più calda. La storia non fa mistero che nelle mire di Putin ci sia riportare sotto la guida di Mosca gli Stati che furono dell'Unione Sovietica. E d'altra parte sono moltissimi i russi che abitano quelle terre. Ragion per cui Estonia, Lettonia e Lituania sono tra le Nazioni più all'erta. Un po' perché l'invasione dell'Ucraina è un brutto precedente, in parte originato dagli stessi presupposti. E poi perché i tre Paesi non sempre attuano politiche “amiche” per i russi presenti sul proprio territorio.

Fatto questo che basta a fare da miccia per le mire di Putin. Tuttavia i tre Paesi in questione si sono organizzati anche militarmente, con il sostegno degli Stati vicini, la Svezia in primis, e sotto la regia della Nato. Insomma, il fronte è caldo ma una nuova invasione dell'esercito di Mosca appare attualmente improbabile.

Poi c'è il fronte polacco, dove le tensioni sono sempre state forti, specie per il corridoio di Suwalki che unisce la Polonia ai Paesi baltici e di fatto separa la Bielorussia dall'oblast di Kaliningrad. Un lembo di terra sul quale lo stesso Lukashenko si è esposto, ammettendo che in caso di conflitto con le Nazioni baltiche, non disdegnerebbe - per usare un eufemismo - di mettere le mani sul corridoio, creando “continuità territoriale” con Kaliningrad.


Infine c'è la Transnistria, lo spicchio di Moldavia al confine con l'Ucraina, semi-indipendente dal 1990, abitato da russi e che a far parte della Russia vuole arrivare. I locali denunciano continuamente politiche ostili da parte del goveno di Chisinau e questo potrebbe spingere la Russia all'azione. Soprattutto dopo aver occupato in modo stabile la regione di Odessa, condizione che permetterebbe ai russi di "allargare" l'area. E questo forse è il fronte che potrebbe diventare davvero incandescente.

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