Virus B delle scimmie, mortalità altissima: «Evitare contatti diretti». Quanti contagi ci sono, sintomi, cure e pericoli

di Redazione web
Lunedì 15 Aprile 2024, 16:02 | 1 Minuto di Lettura

Quanti casi ci sono

«Sono qualche centinaio», ma «nessuno in Italia» i casi umani di virus B trasmesso dalle scimmie registrati a livello globale da quando questo patogeno è noto. Infezioni documentate «dagli anni Trenta del secolo scorso a oggi, quindi nell'arco di quasi un secolo». spiega all'Adnkronos Salute Arnaldo Caruso, mentre i riflettori delle cronache si sono riaccesi sull'Herpesvirus simiae che a Hong Kong ha colpito un 37enne attaccato durante un'escursione in un parco.

«Nella storia di questa infezione - sottolinea lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili - è stato documentato anche un caso di trasmissione del virus da uomo a uomo, soltanto uno». Se quindi «la trasmissione scimmia-uomo" del virus 'Monkey B' "è ormai è chiara» ed è legata a morsi o graffi da parte di primati infetti, almeno «virtualmente - precisa Caruso - è possibile anche una trasmissione uomo-uomo». Come? «Probabilmente, è l'ipotesi, sempre attraverso lo scambio di fluidi infetti, tramite tagli o rapporti sessuali».

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