SAN BENEDETTO - Intercettazioni telefoniche, pedinamenti, linguaggi in codice. C’è queste nell’inchiesta portata avanti dal commissariato di San Benedetto che ha portato a smantellare quello che la Questura ha ricostruito essere un traffico di droga che riforniva la Riviera delle palme. Due persone, che avevano fissato la loro base operativa a San Benedetto, sono infatti state identificate e neutralizzate dalla polizia al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura.
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Uno dei malviventi, un 32enne che vive a Grottammare, è stato posto agli arresti domiciliari di fronte alle numerose prove raccolte dagli investigatori. Alla donna considerata sua complice, una russa di 30 anni che abita a San Benedetto è invece stato impedito di allontanarsi dalla città e di uscire la notte da casa dal momento che la sua posizione è stata ritenuta essere meno grave. Gli accertamenti hanno impegnato gli agenti anche in lunghi appostamenti e pedinamenti, permettendo loro di individuare i luoghi che di volta in volta venivano fissati per la cessione della droga. Dalle intercettazioni telefoniche è pure emersa la sagacia dei malviventi che, per il timore di essere spiati, usavano un linguaggio criptico con i loro clienti, sicuri così di farla franca.
Le telefonate in codice non bastano, la coppia di spacciatori finisce nella rete
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Martedì 21 Aprile 2020, 11:19
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