Giro d'Italia nelle Marche, in fuga per 126 chilometri: Alaphilippe firma un'autentica impresa a Fano

Giro d'Italia nelle Marche, in fuga per 126 chilometri: Alaphilippe firma un'autentica impresa a Fano
Giro d'Italia nelle Marche, in fuga per 126 chilometri: Alaphilippe firma un'autentica impresa a Fano
di Gianluca Ciucci
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Venerdì 17 Maggio 2024, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 07:12

FANO Campione, visionario e gentiluomo. Julian Alaphilippe vince sul traguardo di Fano la sua prima tappa al Giro d’Italia e lo ha talmente tanto voluto da scappare a 126 chilometri dalla fine. Loulou non festeggiava una vittoria da 40 settimane. Insieme a lui per tutta la giornata un commovente Mirco Maestri del Team Polti Kometa. Il 32enne emiliano è stato fedele scudiero del francese nei cambi regolari e ha ricevuto in cambio tutti i traguardi volanti, quando Alaphilippe ha sempre fatto un passo indietro.

All’arrivo anche l’abbraccio più caloroso del due volte iridato, che gli ha ridato il sorriso smarrito sulla salita taglia gambe del monte Giove. Due chilometri con punte al 22% di pendenza dove Maestri si pianta e Alaphilippe schizza via, correndo gli ultimi 10 km da solo per poi lanciarsi tra le migliaia di braccia aperte della città della Fortuna. 


Il commento

«Mi è dispiaciuto per Mirco perché avrei voluto arrivare insieme a lui che meritava questa vittoria quanto me. Sono felicissimo per come è finita e vi assicuro che non c’era niente di programmato nella fuga, ho sempre corso a tutta - le parole del capitano Soudal Quick Step - ho dimostrato che con pazienza e resilienza si possono raggiungere gli obiettivi più belli». Alle sue spalle si piazzano Narvaez, ottima gamba la sua per tutta la giornata, e Hermans a 31’’ e 32’’ rispettivamente. Primo italiano a tagliare il traguardo è Scaroni quinto con 43’’ di distacco, mentre Trentin è nel gruppo di Maestri staccato di 1’30’’. Più lontano il gruppo della maglia Rosa, arrivato con 5’25’’ di ritardo e con dentro pure gli italiani Zana, Tiberi, Caruso, Fortunato e Pozzovivo. Non c’è gloria ma tanta utile esperienza per il giovanissimo camerte Giulio Pellizzari giunto al traguardo nel gruppo dei velocisti a 13’16’’.

Al fianco del vincitore di giornata proprio Maestri, sfinito ma col sorriso: «Alaphilippe è uno dei campioni che ho più amato e fare la fuga con lui per me vale anche più di una vittoria.

Ho onorato la corsa e la squadra, per me questa è la gara più bella della carriera fin qui. Ora festeggio una vittoria e nemmeno un podio, ma una grande impresa e penso che qualcuno se lo ricorderà». Ha ragione Maestri perché una frazione come questa sarà difficile dimenticarla con i nostri Muri ancora una volta a regalare quello spettacolo che non ha paragoni in Europa. Così come la passione che si respira su queste strade non ha eguali e infatti la tappa marchigiana del Giro d’Italia è stata un bagno di folla ovunque, dalla statale Adriatica fino alle undici salite di giornata. A ogni curva e in ogni angolo ci sono persone festanti e striscioni per tutti i corridori. Impressionante quello che si vede sul Monte Giove, una guglia a picco sul mare che sembra di essere sulle Dolomiti. La sede stradale sarà larga due metri e si arrampica come una mulattiera mentre i tifosi sono arrampicati persino sugli alberi pur di esserci e farsi sentire. Il degno finale di una frazione partita a velocità folle in pianura (oltre i 50 km/h la prima ora) e esplosa alla prima salita di Civitanova. 

La maglia rosa

Ma l’ora X per Alaphilippe è arrivata sulla salita di Montelupone dove è iniziata l’impresa eccezionale di un campione molto poco normale. Per questo il leader di classifica Tadej Pogacar ha preferito rimanere a godersi lo spettacolo e ora è sempre con 2’40’’ di vantaggio su Martinez e 2’56’’ su Geraint Thomas.

«L’inizio della tappa è stato velocissimo - spiega lo sloveno della Uae - e ha reso dura una frazione con tante salite che rimarranno nelle gambe a molti. Non ci fosse stata di mezzo la classifica generale, avrei fatto un pensierino per andare a vincerla. Alaphilippe ha dimostrato che è tornato, solo i campioni sono capaci di queste azioni. Merita ampiamente questo successo». Oggi si riparte da Riccione con una tappa per velocisti. Arrivo a Cento dopo 179 km. 

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