Con la fantasia, ognuno di noi, da bambino, ha abitato in un castello immaginario, da fiaba. Quell'incanto rivive ogni volta che, ormai adulti, ci imbattiamo, girando per le Marche, in rocche, torri, bastioni, mura rinascimentali, che la storia, politica e sociale, ci ha tramandato. Sono 542 i siti censiti nella nostra regione dall'Istituto Italiano dei Castelli: una rete i cui nodi sono situati sui crinali e sulle cime delle mille colline del territorio.
La genesi della città
I castelli, durante il Rinascimento, sono stati i generatori della nuova forma di città, e anche oggi costituiscono il cuore civile della comunità. È il caso di Rocca Costanza a Pesaro, costruita da Costanzo Sforza fra il 1474 e il 1483. Un altro esempio è la Rocca Roveresca di Senigallia, edificata su progetto di Luciano Laurana e di Baccio Pontelli nel 1480, sui resti di una fortificazione romana e della trecentesca rocchetta Albornoz, poi residenza della famiglia Della Rovere. Ai Malatesta si deve a Fano, assieme all’ampliamento della cinta muraria, la costruzione dell’imponente Rocca Malatestiana, rettangolo fortificato delimitato da torrioni angolari, con il Mastio, la Porta Maggiore e il Bastione. E ad Ascoli, un altro baluardo, di tutt'altra fattezza, il Forte Malatesta, adattato nel 1348 dal feroce Galeotto Malatesta a roccaforte del suo potere, è l'ultimo anello della catena geografica che comincia all'estremo limite nord delle Marche, a Gradara.
Le antiche fortificazioni
Qui, nelle sale del castello, arredate con intento evocativo negli anni Venti dall’ingegner Umberto Zanvettori, risuona il nome di un altro Galeotto, quello che, nell'Inferno di Dante, Francesca da Rimini identifica con il ruffiano letterario del suo amore per Paolo. Ma non c'è antica città marchigiana che non conservi fortificazioni e cinte, da Castelraimondo a Urbisaglia, da Porto Recanati a Serra San Quirico. Offagna domina dall'alto la fitta rete difensiva di Ancona, che comprendeva venti castelli, e perpetua una tradizione con il Museo delle Armi Antiche e, d'estate, le Feste Medievali. Verso l'interno, alle pendici degli Appennini, a salvaguardare la valle del Misa, meritano un unico tour tutti e nove i castelli di Arcevia, tuttora abitati, ognuno dei quali conserva la sua tradizione e il fascino di borghi inerpicati a sorvegliare la valle.
Strumento di difesa
Un tempo segnali di forza e strumento di difesa, i castelli oggi rappresentano i depositari del passato e dei valori della cultura. In questo senso è simbolo incontrastato del nuovo ruolo la Rocca di Sassocorvaro, che durante l'ultima guerra fu eletta da Pasquale Rotondi, soprintendente ai Beni Culturali della nostra regione, a cassaforte dei gioielli d'arte del patrimonio nazionale. Che si sono così salvati per noi posteri. La Rocca è stata scelta da Marcello Verdecchia, presidente della sezione marchigiana dell'Istituto Nazionale dei Castelli, nel 60esimo anniversario della fondazione, per celebrare le XXV Giornate nazionali. Domani e domenica, aperture straordinarie, un convegno nel teatrino della Rocca, e tante visite guidate gratuite a questo capolavoro di Francesco di Giorgio Martini, teorico dell'ingegneria difensiva e archistar rinascimentale, che firmò, tra l'altro, il Palazzo ducale di Urbino, la rocca di Cagli, i palazzi del governo di Ancona e Jesi, il castello di Mondavio per i Della Rovere.