Meloni, il Viminale: «Voto valido se si scrive 'Giorgia' sulla scheda»

Accettata la preferenza per il candidato assegnata «utilizzando espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicate in precedenza agli elettori»

Meloni, il Viminale: «Voto valido se si scrive 'Giorgia' sulla scheda»
Meloni, il Viminale: «Voto valido se si scrive 'Giorgia' sulla scheda»
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Lunedì 29 Aprile 2024, 19:57

Scrivere solo il nome 'Giorgia' sulla scheda elettorale per le prossime elezioni europee - come la premier Meloni ha invitato ieri a fare - non invalida il voto. Lo fanno sapere fonti del Viminale. Nel manuale di indicazioni per i presidenti di seggio prodotto dal ministero dell'Interno in occasione delle consultazioni, viene infatti riportato tra i casi di voto valido quello che vede la preferenza per il candidato assegnata «utilizzando espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicate in precedenza agli elettori, in quanto modalità di espressione della preferenza che può essere usata da qualunque elettore. Il voto è valido - si legge ancora - sempre che si possa desumere la volontà effettiva dell'elettore». 

 

Perché il voto è valido

La richiesta del premier, per quanto inusuale, non viola le regole e rende la preferenza assolutamente valida. L'opzione «Giorgia» non comporta l'annullamento del voto perché nella lista del partito il nome della candidata sarà «Giorgia Meloni detta Giorgia». Ciò permette all’elettore di indicare solo il nome di battesimo della presidente del Consiglio.

 

Come si vota alle Europee?

L'8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati ai seggi a eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Ogni elettore ha diritto ad esprimere il voto tracciando un segno X sul contrassegno della lista prescelta, o nel rettangolo che lo contiene, utilizzando la matita copiativa messa a disposizione al seggio.

Se traccia un segno su più contrassegni di lista, il voto è nullo. Dopo aver votato, l’elettore deve aver cura di piegare la scheda all’interno della cabina elettorale e di restituirla al presidente di seggio.

L’elettore può anche esprimere fino a un massimo di tre preferenze, esclusivamente per candidati compresi nella lista votata. Nelle apposite righe tracciate a fianco del contrassegno della lista votata, l’elettore scrive il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti. Nel caso di Meloni, si potrà scrivere solo «Giorgia» in quanto inserita nella lista del suo partito come «Giorgia Meloni detta Giorgia».

Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso (ad esempio, nel caso di due preferenze: donna-uomo o viceversa; nel caso di tre preferenze: donna-donna-uomo o viceversa; donna-uomo-donna o viceversa). Se l’elettore esprime più preferenze per candidati tutti dello stesso sesso, vengono annullate le preferenze successive alla prima.

 

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