La prof Michela Mercuri, volto della Tv: «La discoteca Atlantide e il motorino di nonno»

La prof Michela Mercuri, volto della Tv: «La discoteca Atlantide e il motorino di nonno»
La prof Michela Mercuri, volto della Tv: «La discoteca Atlantide e il motorino di nonno»
di Luigina Pezzoli
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Domenica 5 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:28

Nei primi anni Novanta, il trasferimento da Rubbianello a Grottammare segna l'inizio di un viaggio di scoperta e crescita per Michela Mercuri, oggi volto noto della televisione, esperta di Medio Oriente, professoressa universitaria, relatrice e scrittrice. «Quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Grottammare, città alla quale sono molto legata e dove ho i miei più cari affetti tanto che non perdo occasione di tornarci dato che vivo a Milano – racconta – ho iniziato a frequentare le scuole medie di via Toscanini. L’impatto con una nuova realtà, per me che provenivo da un piccolo paese di provincia, non è stato semplice. Alcuni dei miei coetanei frequentavano già dei locali a San Benedetto, avevano una vita più intraprendente rispetto alla mia, abituata ad altre dinamiche». Ma nella sua nuova classe Michela si sente subito accolta e supportata dai compagni e dai professori, in particolare dalla professoressa di italiano, Silvestrini venuta a mancare qualche tempo fa, che le trasmise fiducia e autostima.

La scrittura

«Mi diceva che avevo un gran talento per la scrittura, amava e apprezzava quello che scrivevo. Così ho iniziato ad aprirmi attraverso la scrittura dove riponevo i miei sentimenti, in quel momento ero davvero me stessa e la mia maschera spariva. E questa attitudine a scrivere oggi è parte del mio lavoro». L’esperta di geopolitica aveva 12, 13 anni quando iniziò a guidare lungo la via di casa, il motorino del nonno, un Mini Califfo. Due anni dopo, era il 1991, arriva il suo primo Sì Piaggio. «Erano gli anni del liceo e il sabato sera capitava che insieme ad alcune mie amiche andavamo a ballare alla discoteca Atlantide a San Benedetto. Dovevo rientrare alle due, ma inventavo le scuse più fantasiose per tirare fino alle tre. Fortunatamente mio papà aveva il sonno pesante così non si accorgeva di nulla, mentre mia madre mi copriva». Iscritta al liceo Classico Leopardi i primi anni del ginnasio non furono semplici per lei.

I corteggiamenti

«Avevo qualche chilo in più, non accettavo del tutto il mio fisico, così cercavo sempre di rimanere in disparte, socializzavo poco, e tutto questo si rifletteva anche sul mio rendimento scolastico.

Poi verso i 16 anni, crescendo e maturando anche fisicamente, qualcosa in me cambiò, gli altri iniziarono a guardarmi in maniera diversa. Era il tempo dei primi corteggiamenti, ma tutto questo cambiò ben poco nella mia mente, ancora non ero contenta di me. Con alcuni compagni di classe ci sentiamo ancora oggi, abbiamo una chat di gruppo, e qualche volta capita di stare insieme». Nel 1996 si iscrive al corso di laurea in Scienze politiche all’Università di Macerata. «Durante questi anni di studio ho scoperto la mia passione per la geopolitica.

Grazie anche al professor Vittorio Emanuele Pazzi con il quale ho svolto la tesi e che mi chiese di occuparmi del Mediterraneo. All’inizio non ne ero convinta, poi però me ne sono appassionata. Ma il vero punto di svolta c’è stato quando l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ho svolto il dottorato, mi mandò a Beirut, per l’anno da svolgere all’estero e che rientra nell’iter del percorso formativo. Era il 2005 e proprio quell’anno in questa città libanese ci fu una rivolta: gli Hezbollah presero il potere, così scoprii una dimensione diversa di quelle che erano le fratture, fragilità e le incongruenze di questa porzione di mondo. Vivere la guerra in prima persona mi ha stimolato a conoscere il mondo».

I viaggi

Dalla seconda metà degli anni Novanta e fino ai primi anni Duemila Michela, nonostante gli impegni legati allo studio e all’università, non perdeva occasione di viaggiare, come quando è andata in Marocco con alcune amiche oppure a frequentare i locali della cosiddetta “Milano da bere”. «Anche se alla sera mi capitava di andare a letto tardi la mattina mi alzano per andare a lezione. Erano altri tempi, ed ero anche più giovane - sorride la professoressa Michela Mercuri – Se sono riuscita nei miei studi e nella professione lo devo anche ai miei genitori che mi hanno sempre spronata e sostenuta».

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