Bolkestein, niente panico. Il Conero mezzo salvo: «I servizi sono nostri»

Bolkestein, niente panico. Il Conero mezzo salvo: «I servizi sono nostri»
Bolkestein, niente panico. Il Conero mezzo salvo: «I servizi sono nostri»
di Andrea Maccarone
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Sabato 4 Maggio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 11:42

ANCONA Sul Conero la Bolkestein fa meno paura. A mettere al riparo i concessionari, soprattutto quelli di Numana, sarebbe una particolare commistione tra suolo pubblico e privato: la gran parte degli operatori ha le strutture - bar, ristoranti, cabine, docce, bagni - sul terreno di proprietà privata (32 su 47), mentre gli ombrelloni su area demaniale. A Portonovo ci sono addirittura casi dove ombrelloni e strutture insistono quasi completamente su terreno privato.

«Giusto la prima fila di ombrelloni è su suolo demaniale» enuncia il proprio caso Maurizio Sonnino, titolare della Capannina.

Come lui anche il vicino Giacchetti. Spiaggia Bonetti è quasi interamente su suolo Comunale: «Anche per me solo la prima fila di ombrelloni è su area demaniale». Cosa rasserena, quindi, i balneari del Conero? Innanzitutto, secondo la Bolkestein, andranno a bando solo le aree demaniali. Ma c’è un cavillo su cui fanno forza gli operatori. Ovvero: per partecipare al bando bisogna garantire i servizi base. Quindi docce, bagni, cabine, ecc. «Sapendo che quei servizi rimarranno a noi - spiega Luca Paolillo, titolare dello stabilimento Taunus di Numana e presidente dell’associazione Bagnini Riviera del Conero - chi si azzarderebbe a partecipare?». Nessuno, non fa una piega.

La sentenza

Dunque, la sentenza del Consiglio di Stato che conferma la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre 2023, pare non scalfire più di tanto la maggior parte degli operatori. Fermo restando, però, che poi a Numana ci sono i 15 che hanno le proprie attività sul 100% di suolo demaniale che non stanno poi così tranquilli. «In ogni caso ci siamo rivolti a degli avvocati demanialisti - continua Paolillo -. E sappiamo per certo che il governo nazionale sta trattando con l’Europa. Siamo fiduciosi». Tutto sommato, anche gli imprenditori balneari di Portonovo lato Molo sono abbastanza sereni. Chiaramente per le stesse ragioni: «I servizi, come le cabine ad esempio, e i ristoranti sono su suolo privato» testimonia Gianni Boriani, figlio di Franco che 60 anni fa inaugurò il suo stabilimento tra Emilia e Il Molo. «In mano ho una concessione comunale che scadrà nel 2033, quindi sono abbastanza tranquillo» replica Boriani.

Gli investimenti

Ad ogni modo, seppure sembra essersi diffuso un clima di apparente serenità, la diffidenza rimane. Infatti, da anni, molti balneari evitano di fare investimenti importanti. «Dovevo fare due-tre interventi grossi, li sto rinviando da anni» conferma Boriani. Atteggiamento che gli stessi fornitori hanno riscontrato ad ampio raggio. «Ci dicono che ultimamente nessuno fa più il cambio di lettini e ombrelloni» riprende Boriani. Insomma: tranquilli sì, ma non troppo. Perché ok che nessuno ha fatto investimenti di recente, ma in tempi non sospetti sì. «Ho sulle spalle un mutuo importante - racconta Paolillo -. Sentiamo parlare di Bolkestein, ma ancora nessuno ci ha detto quanto sono valutate le nostre attività. Ci sono colleghi che hanno acceso mutui anni fa sulle proprie strutture che sorgono su suolo demaniale. Parliamo di bandi per l’anno prossimo, ma sarà il caso di capire anche quanto verranno rimborsati gli imprenditori».

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