Ancona, Perucchini tira le somme della stagione: «Potevamo fare di più, i playoff erano alla portata di questo gruppo»

Ancona, Perucchini tira le somme della stagione: «Potevamo fare di più, i playoff erano alla portata di questo gruppo»
Ancona, Perucchini tira le somme della stagione: «Potevamo fare di più, i playoff erano alla portata di questo gruppo»
di Ferdinando Vicini
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 10:25

ANCONA Quando Roberto Boscaglia ha impresso la “svolta di aprile” decidendo per sua stessa ammissione di “affidare lo spogliatoi ai veterani” Filippo Perucchini è stato uno di quelli che ha preso in mano la situazione. Si era nel momento più delicato, con l’Ancona virtualmente ai playout e una manciata di partite ancora da disputare. Insieme al nucleo portante della squadra, con Spagnoli, Gatto, Paolucci, tanto per citarne qualche altro membro, il portiere ha cercato di compattare lo spogliatoio. Un punto di riferimento importante che ha contribuito a trainare l’Ancona fuori dal guado. Intervenuto a Radio Tua, il portiere ha svolto un’analisi compiuta della travagliata annata ormai alle spalle.


La stagione 

«E’ stata una stagione difficilissima.

Devo dire che da parte mia c’è addirittura rammarico perché i playoff erano alla nostra portata. Però al punto in cui eravamo dovevamo condurre la nave in porto e ci siamo riusciti». Le parole di Perucchini confermano l’impressione di molti addetti ai lavori, cioè che l’Ancona possedesse potenzialità ben diverse da quelle effettivamente mostrate. Quali le cause di risultati così deludenti? «E’ difficile spiegare quello che non è andato. Di certo quando sei costretto a rincorrere non hai la testa libera e tutto diventa più difficile. Nelle ultime cinque partite si è visto il vero valore dell’Ancona». Pur senza entrare nello specifico Perucchini getta una luce sulle dinamiche interne che non hanno funzionato al meglio. Non sono mancati contrasti, incomprensioni, ostacoli che del resto hanno portato il club ad alternare tre allenatori diversi. «L’obiettivo della salvezza era troppo importante, determinante per il futuro della società. La chiave è stata l’aver capito, purtroppo in ritardo, che non c’era tempo per star dietro agli individualismi e alle stupidate. Ed allora è arrivata finalmente la risposta del gruppo che mi ha reso orgoglioso di farne parte». Tanti i momenti difficili, il portiere ne indica uno in particolare raccontando un aneddoto da dietro le quinte: «Pur nelle difficoltà non c’è mai stato un momento nel quale ho pensato che potessimo non farcela. Qualche attimo di scoramento, di ansia, quello si. Ad Arezzo dove abbiamo perso 3-0, nello spogliatoio ci siamo guardati in faccia e ci siamo ripromessi che non avremmo mai mollato».

Il futuro

A precisa domanda Perucchini giura fedeltà ai colori biancorossi: «Ho un altro anno di contratto, la mia volontà è di restare qui e costruire qualcosa di importante nel tempo». Dall’alto della sua esperienza l’estremo è dalla parte di chi ritiene questo organico non vada smantellato: «Personalmente mi auguro che si possano ricalcare le orme di Cesena, Torres e Carrarese. Hanno cambiato poco come organico rispetto allo scorso anno eppure hanno disputato un gran campionato. Bisogna essere bravi ad intervenire nei punti giusti ma senza stravolgere una squadra che ha una base solida». Insomma la ricetta di Perucchini è far tesoro degli errori ma senza ripartire da zero: «Una stagione così deve servire a tutti noi per crescere, un’esperienza importante di cui far tesoro. Ci saranno dei cambiamenti, arriverà un nuovo direttore sportivo, si deve ripartire con uno spirito diverso». Un compagno sul quale Perucchini spende una parola in più è Antonio Cioffi: «Lui ha delle qualità eclatanti, oltre che nel dribbling e nell’imprevedibilità possiede un tiro forte e secco. Sono certo che si affermerà presto».

I portieri 

Il collega dal quale trae ispirazione Perucchini è Wojciech Szczęsny: «Incarna il prototipo ideale del mio ruolo, rende facile anche gli interventi complicati. Speriamo che questa risposta non la legga Ivan Provedel che è un mio amico per la pelle. Lui è bravissimo, abbiamo giocato insieme ad Empoli». La scuola italiana all’avanguardia: «Donnarumma per me è ancora il più forte al mondo nel mio ruolo, ci sono altri come Vicario che si sono affermati all’estero. Direi che l’Italia non ha problemi in porta».

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